30.11.03
Dubbi alla ecce bombo
Non mi scrivono mail...sarà perchè sto facendo un buon lavoro oppure perchè il mio lavoro è un disastro irreparabile?
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24.11.03
La fine dell'Era di Internet gratis e le opportunità che si aprono
La Nuova Era di Internet in Italia (l’Era a Pagamento) si può dire che è cominciata la mattina dell’11 novembre. Quella mattina in molti hanno cominciato a capire che un’Era, quella forse infantile, giocosa, gratuita, di Internet era davvero finita.Giuseppe Turani inizia così un lungo articolo su Affari e Finanza, l'inserto economico di Repubblica. Dall'11 novembre si paga per avere una casella di posta su Libero, Iol, Inwind. Questa presunta svolta dovrebbe costringere gli utenti a trasformarsi in clienti paganti. A essere precisi, sarebbe più esatto parlare di 'salto indietro'. Infatti agli albori dell'era internet in Italia, il collegamento e la mailbox si pagava (ricordo che il collegamento con il provider agorà costava - mi pare - 70.000 lire l'anno). Poi vennero i collegamenti gratuiti. Tiscali fece da apripista; seguirono Infostrada, Tim ecc.: Si paga la telefonata e Telecom rimborsa una quota della tariffa agli ISP. Il fallimento delle cosidette flat (ovvero il pagamento a forfait ) e l'avvio dei collegamenti a banda larga anche per l'utenza casalinga (ADSL) trasforma decisamente il mercato. Eppure mi pare che la risposta dei grandi gestori (adesso pagate!) sia sbagliata in sé. La motivazione nobile del servizio di qualità (filtri antispam, antivirus ecc.) non mi convince. Mi sembra piuttosto un modo per cercare di arginare i costi diventati proibitivi (forse per euforia da new-economy?) e, a fronte di un'offerta ancora amplissima, una ristrutturazione de-facto delle attività.
Magari queste sono chiacchiere in libertà. Navigate un po' in rete...troverete commenti e polemiche molto più pertinenti. Quello che mi interessa rilevare è che questa stretta apre delle opportunità per i servizi telematici delle Pubbliche Amministrazioni e in particolare per i servizi informatici delle università. Mi spiego meglio. Fino a ieri gli atenei che regalavano mailbox agli studenti non incidevano più di tanto..."io mi tengo TIM che ci faccio con @uni...vattelapesca.it?". La percezione di un "servizio" a pagamento (e quindi di una qualità - vera o presunta - maggiore) rafforza il concetto che le mie (alte) tasse universitarie servono a pagare anche questa utility con la conseguente necessità di esigere un servizio sempre migliore e concorrenziale. Insomma, mi piacerebbe pensare che nella scelta dell'ateneo dove laurearsi, oltre alla qualità degli insegnamenti, del corpo docente e delle infrastrutture reali ci sia anche l'offerta migliore dei servizi informatici. Bella sfida eh?
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22.11.03
Fermata Metrebus batte pagina web: 1-0
Le fonti più preziose per grafici e webdesigner provengono dalla realtà. Un cartellone pubblicitario, la grafica televisiva di MTV (eccezionale), un quadro futurista suggerisce uno stile, un elemento, un look&feel. Naturalmente anche le pagine web disegnate da altri sono uno stimolo insostituibile (naturalmente non parliamo del plagio). Devo dire che, a parte qualche lodevole eccezione, il web sembra sempre più avaro di novità stilistiche rilevanti. Mi pare che il web si sta sempre più 'appiattendo' su strutture consolidate. Mi è capitato di entusiasmarmi di fronte ad una ...palina dell'autobus. La palina indicava i percorsi delle nostre navette (Minerva si muove). Ho dovuto ammettere che quel quadrato di alluminio era molto più chiaro e elegante delle nostra pagina web...complimenti al grafico di metrebus!
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20.11.03
Giù le mani dalle spoglie di Francesco Petrarca
Alcune applicazioni scientifiche mi lasciano allibito e scandalizzato. Ieri hanno scoperchiato la bara di un signore morto settecento anni fa. Non è una persona qualunque. È Francesco Petrarca, il poeta che, insieme a Dante e Boccaccio ha avviato la grande tradizione della letteratura italiana. Gli scienziati che hanno profanato (forse il termine è troppo forte?) la salma si accaniranno a studiare i resti per scoprire quello che ogni studioso e amante della poesia italiana ha potuto tranquillamente ignorare per secoli: il volto del poeta. Scopriranno anche le sue malattie...e qui si rasenta il raccapriccio...mi spiegate cosa insegnerebbe ai posteri conoscere le malattie di un anziano signore vissuto nel '300?
Povero Francesco. Per fortuna di Laura non sappiamo nulla, altrimenti assisteremmo a schiere di necrofili intenti a scoperchiare bare per ricostruire fattezze e fascino dell'amata. Un assessore potrebbe anche suggerire la costruzione di un talamo sepolcrale compiendo il miracolo che la storia (e la letteratura) non ha compiuto. Che tristezza!
Approfondimenti
dal Gazzettino di Padova Riesumate tra la folla le spoglie del Petrarca
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19.11.03
Non aprire quella finestra!
È invalsa una cattiva abitudine tra i webdesigner. Consiste nel far aprire una nuova finestra del browser ad ogni link. Non ho trovato conforto nelle autorevoli opinioni dei guru dell'usabilità (ma sarei felice di essere smentito). La maggior parte dei blog, dei portali universitari e dei siti delle facoltà aprono una finestra per ogni link. E' facilissimo trovarsi con 10-12 finestre aperte creando un effetto di confusione e di sovraccarico insostenibile. Cerco di capire le ragioni profonde:
"Sto indicando al mio visitatore che sta lasciando il mio sito"
Mi fiderei di più della capacità di discernimento dei miei ospiti. Se mi collego al sito della Comunità europea mi accorgo che non sono più nella pagina dei programmi comunitari dell'università: il logo, i contenuti, i vari copyright, le barre di navigazione sono inequivocabili!. Forse non ci si fida della destinazione? Per misteriosi motivi, quella che era una pagina di un bando di concorso diventa una provocante pagina di una massaggiatrice a domicilio?...la nuova finestra funzionerebbe così da disclaimer?...forse...ma il link alla calda Tania è stato fatto, sbrigatevi a correggerlo...piuttosto ;-). Se proprio vogliamo indicare una separazione tra noi e il resto del world wide web (e mi sembra una contraddizione in termini!) scriviamo chiaramente link esterno, magari con una icona diversa. Oppure, ma questa tecnica è più discutibile (e qualcuno dice illecita) inseriamo una barra di navigazione nostra. Un esempio di questo tipo si può trovare sul sito del Corriere della Sera, meglio ancora dando la possibilità di 'rilasciare' il nostro frame. Sospetto che il motivo di tanto spreco di finestre sia un altro...c'è la convizione (misto di arroganza e di insicurezza) che il nostro ospite ci abbandoni. Indicandogli l'uscita (perchè costretti) temiamo che il nostro 'cliente' ci tradisca e non torni più. Questa errata applicazione della sciagurata regola della fidelizzazione non tiene conto di quanto i visitatori siano affezionati ai siti fatti bene e quanto 'schifino' le zozzerie. Potete lasciarci aperta la finestra del vostro 'capolavoro' quanto volete...ma per fortuna c'e' sempre una certa X in alto a destra che ci consente di chiuderla!
Conclusione
Per concludere. Secondo la mia opinione l'ipertesto deve essere un flusso continuo, randomico quanto volete, n-mediale e n-dimensionale a go-go ma sempre 'controllato' (quanto più possibile) dal lettore. In ultima istanza devo poter ripercorrere i nodi della mia navigazione e della mia lettura attraverso un solo osservatorio. Non ho prove statistiche da esporre ma sono sicuro che il primo tasto che si impara quando si naviga è il tasto BACK torna...la parola magica che ogni innamorato vorrebbe sentirsi dire dall'amata.
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16.11.03
Come cambia l'utente e la percezione di un servizio informatico
Da qualche tempo a questa parte c'e' stata una specie di inversione di tendenza sull'uso della tecnologia. All'inizio era il fornitore del servizio che spingeva verso un uso diverso della tecnologia: avevamo appena finito il nostro corso di formazione su dattilografia e stenografia con la nostra olivetti 22 e già c'era chi ci costringeva a scrivere su un monitor. Avevamo appena capito che il comando CTRL^I indicava alla stampante un carattere corsivo che già sul nostro monitor apparivano 'finestre' e 'cartelle'...Tutto questo creava una sorta di onnipotenza del programmatore e una drammatica frustrazione dei semplici utenti... Adesso è tutto diverso: gli utenti usano il computer e l'internet con naturalezza. Il re è nudo. Se non riesco a usare un programma (o un sito web) non sono io il deficente...è chi l'ha progettato che è un incompetente. Un conseguenza triste (almeno per noi) è che i fornitori del servizio non sono più in grado di guidare l'offerta. Non si possono più pianificare gli interventi: "oggi ti faccio usare il fax, domani la posta elettronica, poi ti faccio capire che dal web puoi iscriverti all'università e vedere gli esami registrati, poi puoi prenotare l'esame dal telefonino, ecc. ecc."...e l'utente beota che guarda affascinato il conquistadores tecnologico che bonariamente sorride alle ingenuità del uomo primitivo. Gli operatori e i responsabili dell'ICT devono scendere da cavallo, devono essere sinceri e chiari e coinvolgere gli utenti in tutti i processi di innovazione. Spiegare i limiti (tecnologici, finanziari, culturali) della propria azione e dimostrare che è vero, "con la tecnologia si può fare praticamente tutto e le macchine sono perfette"...ma sono ancora le persone (difettose per natura) a governare i processi. Tutti noi saremmo ben lieti di sopportare inefficenze (vere e presunte) e ritardi (veri e presunti) consolati da questa convinzione.
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15.11.03
Fraintendimenti
Un uomo generoso, regolarmente, per lunghi anni, aveva regalato ogni giorno del pane agli uccelletti, e viveva sicuro che l'animo loro fosse pieno di riconoscenza per lui. Non sapeva guardare costui: altrimenti si sarebbe accorto che gli uccelletti lo consideravano un imbecille cui, per tanti anni, avevano saputo rubare il pane senza che a lui fosse riuscito di catturare neppur uno di loro
da Italo Svevo Una burla riuscita (da liberliber la versione integrale del racconto)
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14.11.03
Errori ricorrenti: n. 1) Linkare a pagine non pertinenti
Ne faccio tanti di errori. Molti - per carità di patria e per compassione - non mi vengono segnalati. Altri, per fortuna, non sono così evidenti. Un errore molto comune è fare un collegamento ad una pagina non pertinente. Mi spiego. Se "l'etichetta" del bottone dice: bando di concorso bisogna raggiungere il bando di concorso...e non una pagina zeppa di altre informazioni. L'effetto di confusione per l'utente è devastante e ogni sforzo di usabilità e di chiarezza se ne va...in uno spazio di un click!
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13.11.03
Un click di angoscia e di partecipazione
In queste ore ho difficoltà a collegarmi al sito dei carabinieri (www.carabinieri.it). Presumo che questo malfunzionamento si giustifichi con la massa di navigatori smarriti e angosciati dai gravi fatti di Nassiriya. Una specie di net-strike alla rovescia che testimonia la partecipazione e la solidarietà con nostri concittadini morti in Iraq
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12.11.03
Consigli di lettura
È inevitabile. Dopo aver navigato freneticamente in tutti i siti più famosi, usato la posta elettronica per scambiarsi barzellette e effusioni... viene voglia di saperne di più. Può capitare di entrare in una libreria e essere sommersi da decine di libri che parlano di Rete, di Web, di misteriosi linguaggi di programmazione. Libri destinati agli addetti ai lavori e che invecchiano rapidamente. Se volete leggere un ottimo libro, scritto in modo semplice (senza essere semplicistico) con una panoramica completa del presente (e del futuro) di Internet vi consiglio INTERNET 2004 scritto da Marco Calvo, Fabio Ciotti, Gino Roncaglia, Marco Zela ed. Laterza. Fabio Ciotti è un ricercatore della nostra università, per conoscerlo visitate la sua home page.
Approfondimenti:
§ Il sito dedicato alle 5 edizioni del libro
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10.11.03
La Ricerca scientifica in Italia
Per trovare una soluzione al drammatico blocco delle assunzioni di 1700 ricercatori si pensa di trovare i soldi necessari impiegando una parte degli incassi del Lotto affiancato da un aumento del 4% della tassa sui superalcolici: la Ricerca finanziata dall'azzardo e dall'etilismo. Amo questo paese. E questa università!
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6.11.03
Ce n'est qu'un debut continuos le combat
"Siamo voluti venire alla scoperto perchè il nostro status giuridico è di vincitori di un concorso pubblico, il nostro è un diritto che fin'ora è stato calpestato. Non abbiamo timore, i nostri nomi e cognomi sono tutti su un sito internet creato perchè chiunque voglia sapere cosa sta accadendo a Roma e in Italia"Unità del 5 novembre 2003
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2.11.03
Giovani & Media: Terzo Rapporto sulla comunicazione in Italia
La relazione (www.censis.it)
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1.11.03
Cosa vorrà da me il Gabibbo?
Ricevo una risposta automatica del Gabibbo che mi segnala di aver letto la mia mail (?) e che provvederà al più presto...
Non è che dopo aver stroncato carriere a cartomanti e maghi se la voglia prendere con un umile webmaster?
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Riferimenti utili
Rassegne stampa università
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