Lo spirito del web e l'utopia dell'intelligenza collettiva
Gli esperti del web sono unanimi nel dichiarare che la 'qualita' del design (e dell'usabilità) dei siti è migliorata. Dai primi esperimenti un po' goffi o addirittura grotteschi (graficamente parlando) si è passati ad alcuni
standard e alcuni
stilemi abbastanza consolidati. Le modalità di navigazione, il posizionamento degli elementi grafici, le convenzioni su links e testi sono sempre gli stessi e si ripetono per centinaia e centinaia di pagine. Naturalmente questo è un fatto positivo. Chi lamenta troppo 'piattume' deve accusare solo se stesso e la sua incapacità di trovare una forma originale (e artistica) di espressione che incida nella 'struttura'
accettata e
compresa da tutta la comunità dei fruitori. L'esempio più efficace è quello della
sedia. Avere 4 gambe, un 'sedile' e una 'spalliera' non impedisce al bravo designer di progettare una sedia
unica.
Detto questo, devo confessare la mia passione per le pagine 'vecchia maniera'... caratteri giganteschi, scritte scorrevoli e lampeggianti, frame multipli, GIF da
sturbo. Le sofisticate web-agency avvertono le aziende che entrare in Internet deve essere una cosa 'costosa' e 'professionale' e non può essere affidata al 'figlio del portiere' (a furia di fare siti web, questo anonimo figlio di portieri sarà diventato un grande
webdesigner). Giusto. Anzi, giustissimo. Eppure non posso fare a meno di pensare che questi seri manager e professionisti stravolgano la
mission del web:
rendere disponibile a tutti la diffusione e la condivisione della conoscenza. Utopia? Bhè pensate ai fallimento dei miliardari 'portali' generalisti e visitate qualsiasi sito universitario (cominciate dal nostro eh! :-)). Lo spirito del web,
l'intelligenza collettiva abita da quelle parti, andate a trovarla ogni tanto.